di Arianna Tarquini

Negli ultimi anni in Italia si è registrato un aumento sempre più intenso di trattamenti cosmetici tramite dentifrici, collutori o sistemi sbiancanti. Gli italiani amano avere un bel sorriso, bianco e smagliante. Occorre però fare chiarezza al riguardo ed essere cauti nel ricorrere a questi trattamenti, soprattutto se si sceglie il “fai da te”. In questi casi, soprattutto se il paziente non si è prima consultato con l’odontoiatra o igienista dentale di fiducia, si possono verificare effetti avversi, in taluni casi anche gravi, quali: eccessiva ipersensibilità dentinale, bruciature gengivali, effetto sbiancante anomalo, ecc…

In particolare occorre prestare molta attenzione all’acquisto di prodotti a basso costo o non certificati, ponendo attenzione alle quantità di principio sbiancante presenti nel prodotto.
Da una recente indagine, si è scoperto infatti che in rete sono disponibili molti prodotti che contengono una concentrazione di gran lunga più elevata rispetto a quella per un trattamento domiciliare. I principi attivi comunemente impiegati sono il perossido di idrogeno e il perossido di carbammide a diverse percentuali (maggiori nelle procedure professionali e minori in quelle domiciliari). Queste sostanze, penetrando all’interno del dente, comportano la disgregazione dei legami degli agenti cromogeni responsabili delle macchie.

Le procedure di sbiancamento sono classificate in due categorie: domiciliare e professionale. Nel primo caso, il paziente effettua a casa il trattamento cosmetico applicando il prodotto all’interno di mascherine personalizzate o tramite spennellate sul dente per periodi di tempo variabili a seconda del risultato che si vuole ottenere. In queste procedure la percentuale di agente sbiancante non deve superare il 10% per il perossido di idrogeno e il 30-35% per il perossido di carbammide. Questi parametri sono importanti per poter avere un giusto margine di sicurezza biologica.

Nel secondo caso, si parla di sbiancamento professionale: direttamente seduti sulla poltrona del dentista. Il professionista applica sul dente il principio attivo ad elevate percentuali, attivabile con lampada LED o laser, provvedendo inoltre a proteggere i tessuti circostanti come mucose e gengive. Le concentrazioni decisamente più alte di perossido di idrogeno (dal 35% al 38%) e perossido di carbammide (oltre il 35%) consentono risultati migliori e duraturi.

Come per ogni trattamento occorre conoscere bene limiti e vantaggi. Innanzitutto, per differenze strutturali, lo sbiancamento non sempre avviene in modo omogeneo su tutti i denti e non sempre tutte le macchie sono facili da rimuovere. Le più complicate risultano essere quelle conseguenti all’assunzione di alcuni antibiotici o di assunzione in età giovanile di quantità eccessive di fluoro.

Prima e dopo. Prima dello sbiancamento è fondamentale una seduta di igiene orale professionale per rimuovere placca e tartaro. Dopo il trattamento occorre rispettare alcune regole ben precise non solo per raggiungere il risultato, ma anche per mantenerlo nel tempo. Occorre quindi evitare per le prime 48 ore alimenti e bevande coloranti (caffè, tè, coca-cola, vino rosso, liquirizie), non fumare, eseguire periodiche sedute di igiene orale professionale e utilizzare dentifrici o sistemi sbiancanti domiciliari.
Il rispetto di queste indicazioni consente un mantenimento dei risultati più a lungo nel tempo.

Per chiarire ogni dubbio, è sempre bene ribadire che lo sbiancamento è tanto più evidente quanto più scuro è il colore iniziale dei denti e ricordare che lo sbiancamento è un trattamento che porta ottimi risultati nella maggior parte dei casi e per questo, è importante rivolgersi sempre ad un professionista. Un dentista di fiducia potrà aiutarci non solo per l’igiene orale preliminare, ma anche per valutare lo stato di salute generale, scoprire eventuali allergie e controllare la situazione del cavo orale (abrasioni, lesioni cariose, vecchie otturazioni in zone estetiche) che potrebbero rappresentare problematiche importanti per la salute e che potrebbero comportare ipersensibilità dentale, pulpiti, reazioni allergiche, ecc…

Pubblicato nel mese di Gennaio 2018