di Patrizia Zanelli

Durante uno studio della Stanford University Medical School sugli effetti della collera su pazienti che avevano già avuto un infarto, emerse che mentre essi raccontavano di avvenimenti che li avevano fatti andare fuori di sè , l’efficienza della loro pompa cardiaca diminuì di 5 punti percentuali, alcuni pari o superiore al 7 per cento, ordine di grandezza che i cardiologi valutano come una pericolosa diminuzione del flusso ematico al cuore

Altri sentimenti penosi, ad esempio l’ansia non inficiavano l’efficienza della pompa cardiaca, sembra che l’unica emozione in grado di fare tanto al cuore sia la collera, l’ostilità.

Nessuno dice che la collera da sola possa causare una coronaropatia, essa non è che uno dei fattori interagenti.

Una sporadica esibizione di ostilità non fa male alla salute; il problema nasce quando essa diventa talmente costante da alimentare un atteggiamento antagonistico dell’individuo (sfiducia, cinismo, tendenza a fare commenti umilianti e maligni, come pure, accessi più espliciti di rabbia e collera violenta). Fortunatamente l’ostilità è un’abitudine che può essere modificata. Attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, soprattutto l’attenzione alla collera quando essa comincia a montare, la capacità di contenerla una volta innescata, e l’empatia. L’antidoto contro l’ostilità sta nello sviluppare un cuore più fiducioso. Lo sviluppo della qualità opposta al nostro malessere è uno dei cardini della filosofia del dr. Bach. La collera nel sistema floreale viene riconvertita in amore attraverso Holly, che migliora le nostre capacità empatiche e Beech che trasforma l’intolleranza, la critica verso gli altri, nella capacità di vedere cosa c’è di buono anche nelle cose che sembrano sbagliate, e nella tolleranza, ma questi sono solo degli esempi.