La pandemia ha reso evidente come la tutela della salute delle persone rappresenti un elemento indispensabile non solo per il loro benessere ma anche per la crescita economica e sociale di un Paese. Inoltre ha contribuito a mettere in evidenza il legame che esiste tra la salute dell’essere umano e quella del nostro pianeta. Costruire ecosistemi sostenibili, resilienti e durevoli è l’unica via percorribile per garantire lo sviluppo anche nel lungo periodo. Comprende il valore dei farmaci biosimilari, ovvero “simili” ai farmaci biologici originari di riferimento già autorizzati dalle autorità dell’Unione Europea, rappresenta un’opportunità essenziale per l’ottimizzazione dell’efficienza dei sistemi sanitari ed assistenziali, avendo la potenzialità di soddisfare una crescente domanda di salute, in termini sia di efficacia e di personalizzazione delle terapie sia di sicurezza dell’impiego.
Come noto, negli ultimi anni l’acquisto di beni e servizi del sistema sanitario è cambiato in maniera significativa, prevalentemente al fine di razionalizzare la crescente spesa sanitaria. Al fine di contenere e controllare tale consumo sono stati introdotti di recente specifici strumenti di governance e di monitoraggio. In questa prospettiva, le ultime leggi finanziarie hanno introdotto il meccanismo del cosiddetto payback. Tale strumento, inizialmente previsto solo per la spesa farmaceutica territoriale, stato estesi alla spesa farmaceutica ospedaliera e prevede un obbligo di ripiano a carico delle aziende in caso di superamento del tetto di spesa. Tale tetto non è stato mai superato, mentre il tetto per la spesa degli acquisti diretti viene superato ogni anno. In questo caso le aziende devono ripianare l’eccedenza tramite versamenti alle Regioni degli importi attribuiti da AIFA ad ogni singola azienda. Anche i farmaci biosimilari sono soggetti al meccanismo del payback, pur rappresentando una spesa virtuosa visto che il loro utilizzo genera un risparmio.
L’emergenza pandemica ha dimostrato che solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori del “sistema paese” è possibile realizzare evoluzioni e affrontare le sfide sempre più complesse che ci troviamo di fronte, in termini di innovazione, accesso alle cure, equità e molto altro. Per farlo in maniera sostenibile non solo dal punto di vista economico ed ambientale ma anche sociale. Massimizzare gli impatti positivi sulla salute, sui cittadini e sull’intera comunità può contribuire ad una partecipazione attiva ed alla costruzione di un futuro sano.
In questa occasione vogliamo parlare di un binomio innovativo tra salute e sostenibilità inteso come leva strategica per il nostro Paese, in particolare focalizzando l’attenzione nell’identificazione di un nuovo concetto che predilige il sistema sanitario assieme al contributo dell’industria in senso ampio. L’emergente necessità di adottare una visione ampia ed integrale della sostenibilità economica e sociale porta i diversi attori del sistema sanitario a livelli di ricerca e sviluppo sempre più alti ed a produttività e occupazione sempre più elevati. Si parla infatti di dinamicità e multidimesionalità, che interagiscono tra loro con una forte attenzione all’ambiente ed ai cambiamenti climatici. Gli impatti connessi infatti alla crisi climatica che stiamo vivendo ed ai costi derivanti dalla sua gestione devono prescindere dalla ricchezza e dalla solidità di un paese. Questa consapevolezza ha spinto le Istituzioni a dotarsi di un quadro giuridico e regolatorio robusto, in grado di fare dell’Europa il continente più avanzato in tema di sostenibilità ambientale e non solo. Nonostante questi dati positivi, ancora troppo spesso il termine sostenibile si riferisce alla spesa sanitaria e non all’integrazione degli aspetti economici, ambientali e sociali. Esse marciano su binari paralleli e dobbiamo fare il possibile per potenziare gli organici, dotarci di tutti gli strumenti normativi e di tutte le infrastrutture tecnologiche per la raccolta dei dati per un’azione congiunta e coordinata di tutti gli attori. In senso più ampio, infatti, questa transizione richiede un cambiamento di fondo, ovvero un processo da “sistema” e “ecosistema”, interconnesso e dinamico. Integrando la ricerca e l’innovazione in un modello di assistenza sanitaria e sostenibilità si può migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’efficienza delle cure offerte. La valorizzazione delle competenze e della qualità del capitale umano rappresenta uno dei punti aperti in tale riorganizzazione: un ambiente di lavoro meritocratico e in grado di garantire crescita e salute promuove e supporta un ripensamento delle modalità di lavoro e crea valore.
Mettendo in connessione il progresso scientifico ed i bisogni dei pazienti la visione di sviluppo sostenibile ha identificato quattro attori che devono essere valorizzati, coinvolti e che devono saper collaborare tra loro con un approccio strategico allo sviluppo sostenibile: pazienti, persone, comunità e pianeta.