di Arianna Tarquini

L’unghia o lamina ungueale è un annesso cutaneo che ricopre la parte dorsale della falange distale delle dita, ha funzione di protezione, di difesa e aiuta nella manipolazione degli oggetti, ha una forma quadrata ma a seconda di fattori genetici può avere anche altre forme. La crescita dell’unghia comincia intorno al terzo mese di vita intrauterina e prosegue per tutta la vita toccando il suo picco massimo durante la prima infanzia per poi diminuire gradualmente con l’età.

La lamina ungueale è una struttura dura e trasparente costituita da cellule trasparenti (prive di nucleo), il cui colore roseo è impartito dal letto ungueale a cui è adesa (nelle zone in cui è distaccata il colore è bianco), è elastica, flessibile e resistente. La durezza e la resistenza sono dovute al contenuto di cheratine dure, aminoacidi solfati, oligoelementi e scarso contenuto di acqua.

Per quanto riguarda la sua anatomia la lamina ungueale è costituita da: una lamina formata da più strati, tre parti libere (due valli laterali e uno distale), è adesa alla cute sottostante chiamata letto ungueale e nella parte in cui l’adesione è maggiore e quindi c’è una maggior pressione della lamina sulla cute si forma la lunula (zona di colore bianco vicino la matrice), iponichio ( parte che mette in contatto il polpastrello con la lamina ungueale), eponichio (ricopre la matrice dell’unghia), cuticola (è la parte che ricopre il perimetro dell’unghia ed è strettamente adesa ad essa per prevenire il passaggio di microorganismi e funghi, e quindi evitare infezioni), matrice (parte epiteliale da cui si forma tutto il complesso ungueale), radice ( parte da dove origina la lamina ungueale).

La matrice ungueale ed il letto ungueale sono irrorati da due rami sanguigni provenienti dalle arterie metatarsali plantari, che si dispongono nelle aree lateroplantare e laterodorsale di ogni dito, e sono innervati da due piccoli rami nervosi provenienti dai nervi dorsali.

In questa sede vogliamo parlare di un patologia specifica: l’onicocriptosi, che colpisce le lamine ungueali dei piedi. L’onicocriptosi o unghia incarnita rientra nel campo delle onicopatie ed è una lesione abbastanza frequente spesso bilaterale e simmetrica, che colpisce prevalentemente l’alluce (ma non esclusivamente). La lesione è dovuta alla penetrazione della lamina ungueale nella cute provocando cosi dolore, infiammazione e nei casi più gravi anche infezione.

Nel 1937 Heifetz presentò la prima classificazione in gradi dell’onicocriptosi che ancora oggi mantiene la sua validità. Grado 1: gonfiore ed eritema del solco ungueale laterale. I margini della lamina ungueale vengono ricoperti dai tessuti via via sempre più infiammati del solco laterale. Grado 2 : dolore crescente, comparsa di un’infezione acuta attiva, con presenza di drenaggio. Grado 3 : l’infezione cronicizza e il solco laterale dell’unghia e i tessuti adiacenti assumono le caratteristiche di un tessuto granulomatoso. Si sviluppa così un’ipertrofia generalizzata dei tessuti molli circostanti, e la lamina ungueale risulta inclusa nel tessuto ipertrofico e infiammato, assumendo il tipico aspetto incarnito.

Per quanto riguarda l’eziologia, il fattore scatenante fondamentale è quello meccanico (calzatura inadeguata, forma particolare dell’unghia, taglio errato della lamina, eccesiva pronazione durante la deambulazione, alluce valgo).

Si possono distinguere vari tipi di onicocriptosi:

Onicocriptosi distale: insorge soprattutto dopo l’avulsione ungueale che favorisce la progressiva formazione di un cercine per il sollevamento dei tessuti molli distali. Forma giovanile: dovuta alla formazione di un rilievo carnoso se in uno stadio semplice o di un gettone carnoso rivestito da epidermide nella fase cronica. Nella prima situazione è sufficiente introdurre una garza nel solco laterale (zaffatura). Nella seconda situazione si deve praticare il trattamento podologico e medicazioni quotidiane. Se si presenta una forma cronica è necessaria una cura radicale. Forma infantile: se ne distinguono tre varietà: Ipertrofia congenita dei cercini laterali (regredisce spontaneamente in alcuni mesi).

Onicocriptosi distale-laterale senza deviazione ungueale che guarisce, mediante cure antisettiche locali nel giro di sei dodici mesi. Deviazione congenita dell’alluce. Una complicanza molto frequente è data dalle infezioni.

Il trattamento podologico consiste nell’asportazione della porzione più esterna del margine ungueale penetrante nel derma attraverso l’utilizzo di tronchesi e lama sgorbia. Rimosso il frammento di unghia, il margine laterale della lamina apparirà con una incisura detta “a becco di flauto”, successivamente la zona operatoria va attentamente medicata ed il dito va protetto dalla scarpa e dalle dita vicine. Molto importante è non trascurare la continuità della cura, dopo che l’unghia incarnita da noi trattata sia tornata alla normalità. Per evitare recidive è consigliabile eseguire una rieducazione ungueale attraverso metodiche di correzione della curvatura della lamina.

Pubblicato nel mese di Gennaio 2018