di Arianna Tarquini
I criteri del Manuale diagnostico-statistico per la diagnosi della depressione sono molto chiari. Occorre che 5 o più dei seguenti sintomi siano stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentino un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento e che almeno uno dei sintomi dev’essere costituito da umore depresso o perdita di interesse o piacere.
Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno. Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno. Affaticamento o mancanza di energia quasi ogni giorno. Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno. Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno. Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.
Molte persone sperimentano emozioni e sensazioni fortemente negative nell’arco della propria vita. Nel mondo si stima che circa 340 milioni di persone soffrano di depressione. La fascia di età più colpita è quella compresa tra 30 e 49 anni. Il disturbo depressivo è circa due volte più frequente tra le donne. Nel corso degli ultimi anni la prevalenza della depressione è aumentata costantemente ed allo stesso tempo l’età di insorgenza è diminuita. Attualmente la depressione è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la seconda causa di disabilità nel panorama delle malattie fisiche e psicologiche, seconda solo all’infarto.
Sono circa 200 i farmaci d’uso comune, dalla pillola anticoncezionale agli antiacidi, fino ad antidolorifici e ai farmaci per la pressione e per il cuore, che hanno la depressione tra gli effetti collaterali. Più di uno statunitense su tre usa questi farmaci (con prescrizione medica) che possono causare questo disturbo o aumentare il rischio di suicidio. Uno studio dell’Università dell’Illinois ha fotografato la situazione. Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of American Medical Association.
Circa il 15% degli adulti che ha usato contemporaneamente tre o più di questi farmaci ha avuto casi di depressione durante la loro assunzione. Il dato è del 7% per chi ne ha usato solo uno e del 9% per chi ne ha assunti due. I ricercatori sottolineano come sia necessaria una maggiore consapevolezza della depressione come un potenziale effetto collaterale ancora più presente. Gli studiosi hanno scoperto che l’uso di qualsiasi farmaco su prescrizione con un potenziale effetto collaterale negativo di depressione è aumentato dal 35% nel periodo 2005-2006 al 38% nel periodo 2013-2014. L’uso di antiacidi con potenziali effetti avversi sulla depressione, (come gli inibitori della pompa protonica o gli antagonisti H2 che servono per curare patologie come la gastrite), è aumentato nello stesso periodo di riferimento dal 5 al 10%.
Pubblicato nel mese di Agosto 2018