di Arianna Tarquini
Partiamo dal principio. Va spiegato che il danno anossico cerebrale inizia subito dopo l’arresto cardiaco e diventa irreversibile dopo pochi minuti, quindi, già il conoscere cosa fare è essenziale per abbreviare i tempi di risposta dei soccorritori. Un punto fondamentale è capire che non si finge il malessere: ecco il punto cardine per chi assiste ad un arresto cardiaco.
La cultura della rianimazione cardiopolmonare sta diffondendosi in modo sempre più capillare. Le società scientifiche hanno consentito di utilizzare il defibrillatore semiautomatico in ambiente extraospedaliero che viene sempre più utilizzato.
In questo senso, molto utile è il Programma di Formazione sul basic-life support-defibrillation rivolto ai medici curanti tenuto dal Prof. Francesco Fedele, dal Dott. Bruno Brasolin e dal Dott. Luca Cacciotti. Presso la Casa di Cura Villa Margherita, con la supervisione scientifica del Prof. Francesco Fedele, Ordinario di Cardiologia presso l’Università “Sapienza” di Roma, è partito un programma di formazione sul basic-life support-defibrillation (BLSD) rivolto ai medici curanti. L’intento è finalizzato ad avvicinare sempre più l’attività clinica del medico del territorio alle conoscenze ed alla pratica del medico delle strutture sanitarie di ricovero. I corsi di formazione sul BLSD sono molto utili e ciò viene attestato anche dai dati scientifici che supportano le impressioni. Un programma educazionale condotto in Arizona (The Save Hearts in Arizona registry and Education-SHARE) ha portato ad un aumento della rianimazione cardiopolmonare condotta dagli astanti dal 28% al 40% con un tasso di sopravvivenza passato dal 3,7% al 9,8%. Questo ed altri esempi a livello nazionale ed internazionale hanno mostrato come la semplice alfabetizzazione sulla rianimazione cardiopolmonare salvi vite umane. Va sottolineato che tutto ciò si ottiene grazie a poche ore di addestramento.
E’ stata altresì resa obbligatoria la presenza di un defibrillatore semiautomatico sui campi sportivi per far sì di poter espandere a macchia d’olio i corsi di rianimazione cardiopolmonare. C’è da considerare anche come le nuove linee guida abbiano semplificato enormemente tutti i passaggi del soccorso. Questo ha contribuito a velocizzare la rianimazione cardiopolmonare ma ha anche abbattuto le barriere tra esperti del soccorso e laici. Grande importanza è stata data al massaggio cardiaco da effettuarsi il più precocemente possibile e soprattutto senza interruzioni. Il concetto trasmesso al soccorritore è che quando si trovi in difficoltà, quando abbia un dubbio sul cosa sia meglio fare, quando è paralizzato dalla paura deve sempre ricordarsi di “massaggiare”.
Il far bene è essenziale per non soccorrere più a scene dove personale, che dovrebbe essere specializzato, esegue manovre inadeguate. Di notevole importanza è il prendere confidenza con il defibrillatore e capire da subito che si tratta di un dispositivo di grande ausilio durante il soccorso, non solo per la terapia da erogare ma anche per la diagnosi di ritmi non defibrillabili e con necessità, quindi, di altri presidi. Non ultimo è il vincere la paura del fare e quella del fare male; dopo un corso BLSD i discenti imparano a convivere con le loro paure ed a gestirle, recepiscono come la rianimazione cardiopolmonare non sia riservata ad un ristretto numero di cardiologi, di rianimatori o di medici urgentisti.
Il trattare nei corsi questi argomenti aiuta a superare molte barriere psicologiche ed anche medici esperti in altri campi entrano in sintonia con situazioni che devono far parte del bagaglio culturale di ciascun medico ma che spesso vengono sottovalutate.
Pubblicato nel mese di Marzo 2018