LE 5 REGOLE AI GENITORI PER UN DIALOGO COSTRUTTIVO CON GLI INSEGNANTI

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di Arianna Tarquini

Dopo l’ennesima aggressione avvenuta ad Avellino, dove un docente è finito in ospedale per la frattura al setto nasale provocata da un pugno sferrato da un alunno, il fenomeno della violenza contro gli educatori torna sotto i riflettori. Abbandonati da tempo i comportamenti improntati al rispetto, anche i genitori oggi contestano apertamente le scelte didattiche, i compiti e i giudizi del corpo insegnante. I gruppi WhatsApp di classe, da luogo di confronto costruttivo e sostegno reciproco, si sono trasformati ormai in veri e propri catalizzatori d’odio.

Dopo il grande successo dell’iniziativa #Sconnessiday, lanciata per istituire la prima Giornata Mondiale della S-connessione e combattere la dipendenza internet e smartphone, il Gruppo Consulcesi, network da oltre 20 anni in prima linea nella formazione dei medici italiani, impegnato anche nel contrasto al fenomeno delle aggressioni ai camici bianchi, torna in campo contro l’uso distorto, e talvolta patologico, delle nuove tecnologie. Lo fa con l’Associazione Nazionale Presidi (ANP), attraverso la campagna social #EducareInsieme e con il corso FAD (Formazione a Distanza) “Famiglia o branco? Il ruolo dell’educazione” del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, in collaborazione con Consulcesi Club, a cura del dottor Giuseppe Mele, Presidente SIMPe (Società Italiana Medici Pediatri).

Nei primi mesi del 2018 si registrano già 24 aggressioni contro gli insegnanti, oggetto di violenze da parte dei genitori o addirittura dei propri alunni. L’aggressività verso gli educatori ha spesso origine sui gruppi WhatsApp, dove l’operato degli insegnanti viene contestato e ridicolizzato

NON AGIRE D’IMPULSO. Se tuo figlio ti riferisce di un problema a scuola (un brutto voto, un rimprovero, una nota sul registro…) innanzitutto prenditi il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni sull’accaduto prima di esprimere un giudizio. Se hai dubbi, fissa un colloquio con l’insegnante coinvolto per fare chiarezza.

NON ESSERE PREVENUTO. “Non capiscono mio figlio”, “Pretendono troppo da lui”, “Lo hanno preso di mira”. Sono le classiche scuse per non affrontare concretamente le difficoltà che ogni alunno può incontrare nel suo percorso scolastico, e sono solo di ostacolo per un dialogo costruttivo volto a risolverle.

EVITA LO SCONTRO. Nel dialogo con l’insegnante, evita pregiudizi e atteggiamenti accusatori. I problemi a scuola si risolvono attraverso la comunicazione e l’alleanza con l’insegnante, mai attraverso scontri sterili.

CAPISCI QUANDO NON È IL CASO DI MINIMIZZARE. Talvolta, invece, possono giungere segnalazioni da parte degli insegnanti su eccessiva irrequietezza, mancanza di attenzione e comportamenti aggressivi che non devono essere sottovalutati dal genitore. Al contrario, devono essere osservati con attenzione – anche attraverso l’ausilio di medici e psicologi se necessario – per capirne l’origine ed evitare che sfocino in atteggiamenti antisociali o violenti.

SILENZIA IL GRUPPO WHATSAPP! I gruppi WhatsApp di classe, se usati con saggezza, sono uno strumento utile (ad esempio per recuperare i compiti assegnati quando i figli sono assenti), ma spesso si trasformano in una sequenza senza fine di sfoghi, lamentele e ansie. Ogni tanto, quindi, meglio silenziare il gruppo, ponendo un argine all’”ansia da notifica”: piuttosto, per mantenere buoni rapporti con gli altri genitori, prendetevi un bel caffè insieme. Rigorosamente, senza smartphone sul tavolo.

Pubblicato nel mese di Maggio 2018

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