di Arianna Tarquini
Con il termine chirurgia laparoscopica si intende una metodica che consente di effettuare interventi chirurgici senza ricorrere alle classiche incisioni con il bisturi della chirurgia tradizionale. Sotto la guida di una telecamera, il chirurgo opera con appositi strumenti inseriti in addome attraverso piccole incisioni della parete; in tal modo si riduce il trauma chirurgico, rispettando maggiormente l’integrità anatomo-funzionale dei tessuti e dell’intero organismo. I vantaggi della chirurgia laparoscopica rispetto alla chirurgia tradizionale consistono in: minor dolore nel post-operatorio; rapida ripresa delle attività fisiche; degenza più breve; migliore estetica.
Tutti gli interventi di chirurgia generale possono essere eseguiti per via laparoscopica, sebbene esistano limitazioni e controindicazioni dovute sia alla patologia che alla situazione clinica del singolo paziente. In diversi centri italiani vengono praticati interventi chirurgici mininvasivi in circa 70% dei casi, al primo posto la chirurgia della colecisti e dei laparoceli e/o ernie ventrali che vengono eseguiti in regime di ricovero ordinario con una degenza di un o due giorni.
Nella chirurgia laparoscopica e nella proctologia si eseguono interventi chirurgici per le fistole perianali e dei sinus pilonidalis con la tecnica vaaft e epsyt. Si tratta di una metodica mininvasiva che tramite un fistuloscopio di 5mm permette di percorrere la fistola o il sinus dall’interno conservando e rispettando l’anatomia particolare di queste parti anatomiche rispettando la continenza ed escludendo per il paziente stesso le medicazioni ricorrenti e dolorose di un tempo e post operatorio. Riducendo al minimo lo stress chirurgico e post operatorio del paziente stesso in modo tale da poter ritornare il prima possibile alle proprie attività quotidiane.
Differente è la colecistectomia e la riparazione laparoscopica del laparocele e delle ernie ventrali: rappresenta l’intervento attualmente più eseguito per via laparoscopica. Consiste nella rimozione della colecisti affetta da calcoli, mediante 3, o al massimo 4 fori di 0.5—1 cm praticati attraverso la parete addominale, e la riparazione del laparocele con posizionamento di una rete dello stesso. Il paziente si ricovera il giorno prima dell’intervento. La procedura viene condotta in anestesia generale e la degenza post-operatoria dura in media due giorni. La ripresa dell’attività lavorativa può avvenire già nella prima settimana post– operatoria.
Pubblicato nel mese di Dicembre 2018