LA CARDIOLOGIA ITALIANA

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di Arianna Tarquini

E’ priorità di molte strutture sanitarie e moltissimi specialisti italiani cercare un maggior coordinamento tra le diverse società scientifiche. In un contesto in cui il rispetto delle indicazioni date dalle linee guida rappresenta fattore discriminante sulla buona condotta del medico, al tempo stesso, anche nella disciplina medica, linee guida emanate da società scientifiche di settore, non coordinate, potrebbero dare indicazioni difformi l’una dall’altra e fuorvianti. Anche in questo caso è necessario il massimo coordinamento e la massima condivisione delle linee di condotta basate su forti basi culturali e non su spinte economico tecnologiche. Inoltre compito della cultura medica è anche quello di trovare dei punti di contatto tra le società scientifiche e le istituzioni, in particolare l’interlocuzione con i politici, in un contesto in cui ad esempio i nuovi prevedono che prestazioni specialistiche come l’ecocardiogramma possano essere svolte da altri specialisti come i radiologi e che prestazioni di pertinenza dello specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare come la visita angiologica non possano essere svolte dal cardiologo.

Al tempo stesso, in quest’ottica, è necessario ribadire la competenza dei cardiologi nel settore della risonanza magnetica cardiaca affinché quest’esame strumentale non solo possa essere più ampiamente disponibile ma anche per permettere una refertazione cardiologica dello stesso, così come avviene nella maggioranza dei paesi europei. Ancora molto impegno dovrà essere profuso nella revisione del modello organizzativo per intensità di cure che in linea di principio può non essere completamente errato, purché non sia impostato sulla discriminazione che coinvolge orizzontalmente tutte le discipline, ma sia un modello di intensità di cure per specialità, per organo, come ad esempio per l’apparato cardiovascolare.

Sempre al fine di continuare a garantire la qualità delle cure raggiunta in un clima di prosecuzione, nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti dei nostri interlocutori politici, di tagli orizzontali alla sanità, è auspicabile una politica che renda disponibili i dati aggregati di tutte le cardiologie italiane, non solo in termini di quantità delle prestazioni ma anche in termini di “outcomes”, ribadendo così, con dati solidi alla mano, che la cardiologia continua ad essere la branca specialistica al primo posto nella riduzione della mortalità e nell’allungamento della quantità e qua lità della vita.

Questi concetti, corredati dall’ampia documentazione a nostra disposizione, vanno sempre più riaffermanti non solo sul versante dei nostri amministratori politici ma anche dandone ampia diffusione e comunicazione alla popolazione in generale e, in particolare, alle associazioni dei pazienti cardiopatici. Quanto sopra sul versante nazionale ma non va dimenticato l’altro impegno delle strutture mediche italiane che, prevedono anche l’interlocuzione con le società cardiologiche internazionali. Tra queste, il rapporto senz’altro più forte è con la Società Europea di Cardiologia (ESC) che sicuramente ha portato a risultati eccellenti come il congresso ESC tenutosi a Roma dal 27 al 31 agosto u.s. Numerosi sono i cardiologi italiani impegnati nell’organigramma dell’ESC con margini di miglioramento per una più puntuale identificazione, su base istituzionale più che personalistica, dei soggetti da coinvolgere nell’attività societaria. L’attività internazionale non deve limitarsi, a parer mio, ai rapporti con l’Europa, ma le nostre interrelazioni devono essere allargate anche ad altre società con cui da anni si sono allacciati rapporti di collaborazione culturale.

Tra queste, un riconoscimento nel ricordare l’American College of Cardiology (ACC) e l’istituzione dell’Italian Chapter progettate per fornire una panoramica innovativa e completa dei più recenti sviluppi della ricerca nel campo della medicina cardiovascolare. In diverse occasioni si è stato presentato ad un pubblico internazionale i punti di forza della scuola italiana di cardiologia.

Pubblicato nel mese di Dicembre 2018

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