Il mieloma multiplo (MM) è una patologia rara che rappresenta circa l’1% di tutti i tumori globalmente considerati. In assoluto è il secondo tumore del sangue per diffusione. Colpisce prevalentemente la popolazione anziana che spesso presenta una o più patologie concomitanti. In Italia, ogni anno si stimano circa 6 mila nuovi casi, con un’incidenza di 3.019 casi negli uomini (pari all’1,2% di tutti i tumori diagnosticati) e di 2.740 nelle donne (pari all’1,3% del totale delle patologie oncologiche). L’età media alla diagnosi è di 68-70 anni ed il 20% dei pazienti ha meno di 50 anni, mentre il 38% ha un’età superiore ai 70 anni. I principali sintomi sono: dolore alle ossa localizzato soprattutto a livello della schiena, anca e costato; fratture ossee; stanchezza, debolezza e difficoltà respiratoria; minor resistenza alle infezioni; sete eccessiva, nausea, perdita di appetito; insufficienza renale.

La patologia si caratterizza per l’alternanza tra fasi acute e recidive e intervalli di remissione dalla malattia più o meno lunghi in cui i pazienti riescono ad avere una buona qualità della vita. In un paese come l’Italia, in cui si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione – secondo l’Istat entro il 2050 le persone over i 65 anni potrebbero rappresentare il 34,9% – il sistema di cura è in grado di rispondere alle esigenze delle persone affette da mieloma multiplo e ad affrontare questa nuova sfida della cronicità della malattia. Alcune proposte si muovono lungo tre macro direttrici: promuovere una maggiore integrazione tra centri di ematologia e medicina territoriale nella presa in carico del paziente; declinare le linee strategiche del nuovo piano oncologico nazionale in modo da rispondere ai bisogni dei pazienti in un’ottica di concreta operatività della rete regionale e nazionale; aumentare la conoscenza sul mieloma multiplo, a partire dai medici di medicina generale, ampliando gli esami ematici di routine da prescrivere alla popolazione over 60.

Infatti contrariamente ad altri tumori con un decorso molto rapido ed una prognosi più sfavorevole, grazie alle nuove terapie disponibili, i pazienti con mieloma multiplo possono godere in media di lunghi intervalli di assenza e remissione della malattia in cui riescono ad avere una buona qualità di vita e da questo punto di vista può essere considerato a tutti gli effetti una malattia cronica. Convivere con questa patologia rappresenta una sfida continua nella perenne ricerca di un equilibrio tra le recidive e la remissione, con la speranza di condurre una buona qualità della vita. Il trattamento del mieloma multiplo si compone di più cicli di terapia, di durata variabile e per diversi numeri di settimana a seconda del tipo di combinazione.

L’impatto sociale sul paziente e sulla società non è indifferente. La spesa sanitaria per paziente è legata all’acquisto di medicinali, di ausili, alle spese per l’assistenza personale, alle visite specialistiche ed a costi indiretti legati alla perdita di giornate di lavoro del paziente ed alle giornate con ridotta capacità produttiva. Quello che manca ulteriormente, è il supporto psicologico ed un mediatore che conosca le sensazioni dei pazienti e che sappia interfacciarsi con gli ambienti medici.

Come migliorare il percorso di cura? Il 26 gennaio 2023, in Conferenza Stato-regioni è stato adottato il Piano Oncologico Nazionale-Documento di indirizzo per la prevenzione ed il contrasto del cancro 2023-2027. Si tratta di un documento di pianificazione generale che, in coerenza con il riparto delle competenze di cui al Titolo V della Costituzione, individua obiettivi e linee strategiche. Il Piano pone l’attenzione sulla centralità del malato e sulla riduzione delle disuguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura. Tra i numerosi obiettivi prevede di completare l’iter di istituzione del registro tumori nazionale e di garantire il processo di costruzione e di piena funzionalità organizzativa.