di Arianna Tarquini
Circa un milione di adulti ha un cuore che batte in modo irregolare, cioè affetto da fibrillazione atriale, che comporta spesso l’ictus. Sconvolge profondamente la vita delle persone colpite e allo stesso tempo, le casse dello Stato. È stato stimato infatti che il costo medio di un ictus si aggiri intorno ai centomila euro all’anno. Una parte del costo è a carico del sistema sanitario e un’altra del sistema sociale.
L’ictus, dal latino “colpo”, conosciuto anche come apoplessia, colpo apoplettico, accidente o insulto cerebrovascolare, o attacco cerebrale, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule. Vi sono due tipi principali di ictus: quello ischemico, dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento. Entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente. I segni e i sintomi di un ictus possono comprendere, l’incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo, problemi alla comprensione o all’esprimere parole o la perdita di visione di una parte del campo visivo. Se i sintomi durano meno di una o due ore, l’episodio viene chiamato attacco ischemico transitorio.
Il principale fattore di rischio per l’ictus è la pressione alta, mentre altri fattori possono essere il fumo di tabacco, l’obesità, il colesterolo alto, il diabete mellito, un precedente TIA e la fibrillazione atriale.
Fondamentali la prevenzione e lo screening: così si possono evitare problemi di seria natura. Pur essendo benigna, la fibrillazione atriale è infatti pericolosa perché non si contrae bene l’atrio nell’auricola e a volte, nello stesso atrio si possono formare trombi di varia natura che possono provocare un ictus. Un milione di anziani over 65 anni, non sapendolo, sono fibrillanti. Andrebbero tutelati con dei farmaci o con percorsi specifici affinché non si arrivi ad un ictus. Nel 2010 circa 17 milioni di persone hanno subito un ictus e 33 milioni reduci ad un evento di questo tipo erano ancora in vita. Tra il 1990 e il 2010 il numero di ictus che si sono verificati ogni anno è diminuito di circa il 10% nel mondo sviluppato e aumentato del 10% nel mondo. Nel 2013, l’ictus è stato la seconda più frequente causa di morte dopo le malattie coronariche, responsabile di 6,4 milioni di decessi (il 12% del totale). In generale, due terzi degli ictus si sono verificati in persone di oltre 65 anni di età.
Pubblicato nel mese di Giugno 2018