di Arianna Tarquini
I calcoli renali sono delle aggregazioni di sali minerali che si formano nel tratto urinario. Possono essere composti da diverse combinazioni di sostanze (fra cui calcio, ossolato, fosfato), dando vita a tipologie differenti di calcoli. La presenza di minerali nell’urina è normale e dipende anche dall’alimentazione. Tali sostanze sono peraltro molto preziose perché vanno per esempio a rafforzare ossa e muscoli. Circa il 3% della popolazione mondiale è interessato da questo disturbo I più colpiti sono i maschi, questo perché donne e uomini hanno una diversa composizione dell’urina. Anche l’età gioca un ruolo importante.
I fattori di rischio che incentivano lo sviluppo di calcolosi sono la scarsa assunzione di liquidi, dal momento che un ridotto flusso urinario favorisce dei ristagni. Attenzione dunque a mantenere sempre ben idratato l’organismo. L’acidità dell’urina è un altro fattore da tenere in considerazione, come pure il fatto che in famiglia ci siano altri componenti che soffrono di questo problema. Un uso eccessivo di farmaci e integratori alimentari a base di sali minerali può favorire la comparsa di calcolosi, come anche disfunzioni della tiroide, una dieta scorretta, infezioni alle vie urinarie, malattie renali, disturbi metabolici e una certa predisposizione personale.
I calcoli renali possono essere di diverse dimensioni. Quelli piccoli vengono normalmente eliminati con l’urina, spesso senza che ce ne si accorga. Altri fanno sentire la loro presenza attraverso delle coliche renali molto dolorose. Si tratta di quei calcoli che vanno ad ostruire il passaggio dell’urina, all’interno del rene o durante il tragitto verso la vescica. Non è detto però che i calcoli creino dolore o problemi, alcuni non muovendosi non fanno nemmeno percepire la loro esistenza.
Fra i sintomi più comuni da chi soffre di calcolosi ci sono bruciore e stimolo frequente a urinare, in alcuni casi si manifestano febbre, nausea, vomito, urina scura, maleodorante o con tracce di sangue, minzione bloccata o dolorosa. Le coliche poi possono produrre un dolore acuto oppure generare solo dei fastidi, generalmente però comportano un dolore intenso che compare da un momento all’altro, spesso da un solo lato.
Per tamponare il dolore delle coliche renali si ricorre a farmaci analgesici e antispastici. Quando i calcoli hanno un diametro inferiore ai 4 mm normalmente vengono eliminati spontaneamente. Ci si può per esempio aiutare bevendo molta acqua e quindi stimolando la minzione. Quando i calcoli sono di medie dimensioni si ricorre a onde d’urto che frantumano il calcolo per agevolarne l’eliminazione oppure si può ricorrere alla litrossia renale percutanea in cui si procede effettuando una piccola incisione attraverso cui arrivare al calcolo o ancora alla uretrorenoscopia introducendo una sonda per via uretrale che attraverso degli ultrasuoni o dei raggi laser frantuma il calcolo. Per i casi più complicati si ricorre all’intervento chirurgico.
Recenti studi hanno dimostrato che i calcoli renali non sono affatto delle strutture omogenee, simili a cristalli, così come le si sono immaginate per secoli. Anzi, crescono in strati sovrapposti, proprio come fanno alcune formazioni di roccia calcarea e le barriere coralline. Possono dissolversi spontaneamente e riformarsi rapidamente. Lo indica per la precisione, la ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports e condotta dall’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, dal gruppo di Mayandi Sivaguru.
La scoperta potrebbe portare a una tecnica capace di eliminare queste formazioni dall’organismo senza ricorrere alla chirurgia. L’analisi microscopica della struttura dei calcoli renali dimostra che la loro crescita segue uno schema molto simile a quello osservato sia nelle barriere coralline, sia nelle rocce calcaree che si formano nelle sorgenti e negli antichi acquedotti romani.
Osservare nel dettaglio la struttura dei calcoli renali è stato possibile utilizzando tecniche finora impiegate solo dalla geologia, ottenendo coloratissime e straordinariamente dettagliate immagini che catturano la struttura interna di queste formazioni, rivelando l’alternanza di sottili strati di materiale organico e cristallino, interrotti in alcuni punti da cristalli isolati più sporgenti.
Contrariamente a quello che i medici imparano durante i loro studi, gli studiosi hanno scoperto che i calcoli renali subiscono un processo dinamico di crescita e dissolvimento che si ripete: Invece di essere agglomerati cristallini come si è sempre creduto, i calcoli renali costituiscono una cronaca minuto per minuto della salute e del funzionamento dei reni di un individuo. Si ipotizza addirittura che un giorno si potrà essere in grado di eliminarli direttamente nei reni del paziente.
Pubblicato nel mese di Agosto 2018