L’emicrania p una patologia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, da moderate a gravi, spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo. La parola deriva del greco “dolore su un alto della testa” e secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più destabilizzante. Colpisce circa il 12% degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza due-tre volte maggiore nelle donne. In generale, il mal di testa è monolaterale ovvero colpisce solo una metà della testa ed ha natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore.
I sintomi associati possono includere nausea, volito, fotofobia ovvero aumento della sensibilità alla luce, fonofobia ovvero aumento della sensibilità al suono e il dolore generalmente si aggrava a seguito dell’attività fisica. Fino ad un terzo delle persone con emicrania sperimentano l’aura: un disturbo transitorio visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio che precede di poco il verificarsi di un episodio di mal di testa.
Le emicranie si ritiene siano causate da un mix di fattori ambientali e genetici. Circa due terzi dei pazienti appartengono a nuclei familiari in cui si erano manifestati altri casi della stessa patologia. Le fluttuazioni dei livelli ormonali possono svolgere un ruolo importante ed infatti tende a colpire di più i ragazzi che le ragazze prima della pubertà. Negli adulti invece nelle donne è più frequente, dalle due a tre volte di più, rispetto agli uomini. La predisposizione alle emicranie in genere diminuisce durante la gravidanza. L’esatta eziologia e fisiopatologia dell’emicrania non è nota: viene ritenuta spesso un disturbo di natura neurovascolare. La teoria più accettata è correlata alla maggior eccitabilità della corteccia cerebrale e ad un controllo anormale dei neuroni del dolore nel nucleo trigeminale del tronco cerebrale.
L’impatto dell’emicrania in Italia si attesta intorno ai 20 miliardi di euro l’anno, il 10% in costi diretti mentre il 90% riguarda costi indiretti e sociali. Il riconoscimento scientifico della patologia e del suo impatto clinico e sociale ha condotto il Servizio Sanitario Nazionale ad una serie di iniziative e programmi per la diagnosi, gestione e trattamento della patologia. La riforma del titolo V della Costituzione del 2001, con la regionalizzazione del SSN, ha portato ad una frammentazione delle iniziative. La legge 14 luglio 2020, n.81 ha disposto il riconoscimento della cefalea primaria cronica, debitamente documentata e certificata, come malattia sociale. E’ del 23 marzo 2023 il Decreto del Ministero della Salute “Sperimentazione dei progetti regionali sulla cefalea primaria cronica”.
A distanza di anni dalla legge 81 del 2020, le evoluzioni in termini di ricerca scientifica sono state molteplici ma altrettanti sono i bisogni insoddisfatti delle persone che vivono con emicrania. In termini di fondi e ricerca, malgrado l’alta prevalenza, la cefalea è tutt’ora trascurata nonostante rappresenti una grave forma di disabilità in quanto in tutto il mondo, la World Health Organization ha stabilità che l’emicrania da sola è al 19° posto tra le cause di disabilità. In Italia sono ancora pochi i centri specializzati e ad oggi resta una patologia trattata in modo inadeguato.