di Arianna Tarquini

Durante la presentazione che si è tenuta qualche giorno fa a Roma della nuova campagna sulla salute da parte della Società italiana di urologia (Siu) si è appurata la criticità in ambito di vendita di farmaci falsi in Italia. Nel nostro paese il mercato illegale ricopre il secondo posto della contraffazione, solo dopo l’abbigliamento. Come mai gli urologi sono in prima linea? Perché è stato verificato che gli acquirenti sono soprattutto uomini con disfunzioni erettili che preferiscono la confusione del web e dei canali non ufficiali anziché rivolgersi agli specialisti. Stando ai dati forniti Aifa (Agenzia italiana del farmaco), la tipologia di farmaci che sono stati più oggetto di sequestri è quella per il trattamento delle disfunzioni erettili (con il 60-70% del totale) e le tossine botuliniche, oltre agli integratori alimentari per celare la presenza illecita di principi attivi farmaceutici.

Il commercio di farmaci contraffatti supera di 25 volte quello delle sostanze stupefacenti. Negli ultimi quattro anni, dal 2014 al 2017, ci sono stati 17.459 controlli, sequestrati 2,4 milioni di confezioni, 4 milioni di fiale o compresse, 215 persone arrestate, 3.276 denunciate, 2 mila segnalate per 7616 illeciti penali, e 4600 sanzioni amministrative comminate. A questi vanno sommati altri 7 mila interventi di controllo nel 2018. I farmaci contraffatti provengono principalmente dall’India, e nello stesso Paese, a Mumbai, è stata trovata la maggior parte dei farmaci oncologici rubati in Italia.

I pazienti maschi sono ancora molto imbarazzati nel parlare con il proprio medico delle difficoltà erettili, ed hanno l’illusione di poter disporre ad un prezzo molto più basso di farmaci altrimenti più costosi. I farmaci contraffatti o falsificati costituiscono un grave rischio per la salute pubblica. In molti casi contengono elementi pericolosissimi per la salute: nei prodotti sequestrati sono stati trovati vernici stradali e gesso, tracce di arsenico e veleno per topi. I farmaci simili al più noto viagra, vengono acquistati attraverso canali non ufficiali da maschi adulti e con problemi e nello stesso tempo, anche da ragazzi con la chimera della prestazione.

Il segretario generale di Siu, Walter Artibani e Vincenzo Mirone, responsabile della comunicazione, spiegano che il 32% dei farmaci contraffatti non contiene principi attivi, il 20% ne contiene in quantità non corrette, il 21,4% è composto da ingredienti sbagliati, il 15,6% ha corrette quantità di principi attivi ma un packaging falso, l’8,5% contiene alti livelli di impurità e contaminanti. “È indispensabile – aggiunge Artibani – riprendere il discorso con i ragazzi e fare un’alleanza fra le istituzioni e i principali canali di vendita online, come quello già operativo tra Aifa e eBay”.

Pubblicato nel mese di Marzo 2018