di Arianna Tarquini
Il batterio Listeria è un genere di battero, che comprende sei specie e deve il suo nome al medico britannico Joseph Lister. Esso fa parte della famiglia Gram-positivi, che attaccano principalmente il sistema immunitario. Ampiamente distribuiti nell’ambiente, possono contaminare alimenti, come latte e i suoi derivati. Positivi alla colorazione di Gram, asporigeni, privi di capsula, mobili per la presenza di flagelli peritrichi, sono positivi al test della Catalasi e negativi al test della Ossidasi. Crescono su terreni ricchi, come l’agar-sangue, l’agar Oxford-listeria, l’agar Ottaviani&Agosti.
Il Ministro della Salute Giulia Grillo in merito al ritiro in via precauzionale da parte delle aziende Findus e Freshona di alcuni lotti di verdure surgelate per rischio di contaminazione, ha subito attivato i Nas, che stanno compiendo ispezioni a campione per avere un quadro esauriente della situazione.
Sono pochissime le partite di verdure a rischio Listeria presenti nel nostro paese e al momento non risulta nessun focolaio di infezione. In sostanza la situazione sarebbe considerata alla luce dei dati in possesso fino ad ora contenuta e non preoccupante, anche perché il batterio viene distrutto nella cottura, trattamento necessario per la preparazione dei minestroni come quelli ritirati dalla Findus.
La listeriosi è una malattia gravissima con un elevato tasso di mortalità, e occorre attivarsi subito per evitare focolai anche in Italia. L’allerta per il rischio di contaminazione da Listeria risale all’inizio del 2018 ma è di poco tempo fa la comunicazione all’Italia da parte della Commissione Europea, della presenza di alcuni prodotti anche nel nostro paese. Il ministero della Salute e le Regioni, che hanno 48 ore di tempo da norma per intervenire, hanno attivato il giorno stesso le comunicazioni per verificare eventuali situazioni di crisi.
Dalla mucca pazza (2001) alla carne alla diossina nel nord Europa (2008), dal latte alla melammina dalla Cina (2008) alla mozzarella blu (2010) fino alle polpette con carne di cavallo spacciata per manzo (2013) e venduta in tutta Europa, con la globalizzazione degli scambi commerciali gli allarmi si diffondono rapidamente nei diversi Paesi con pericolose conseguenze per la salute dei cittadini ma anche sul piano economico per gli effetti sui consumi poiché non si riesce a confinare l’emergenza anche per le logiche produttive e commerciali, spiega l’associazione.
Occorre evitare pericolosi allarmismi in una situazione in cui gli italiani hanno consumato 402,5 milioni di chili di vegetali surgelati nel 2017 con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, dovuto proprio alla crescita a tavola dei vegetali naturali e in particolare delle zuppe, dei passati e dei minestroni. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’importanza delle misure precauzionali adottate con il ritiro in Italia ed in altri Paesi europei di prodotti alimentari surgelati, a seguito del possibile rischio di contaminazione da Listeria.
Pubblicato nel mese di Agosto 2018